GRUPPI MONOSINTOMATICI

DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

Una delle tattiche più efficaci, per affrontare il disturbo del comportamento alimentare, contempla il dispositivo del piccolo gruppo monosintomatico. Sia che si tratti di anoressia, di bulimia o di binge eating desorder, la scelta di formare dei gruppi omogenei per patologia, è un espediente terapeutico che si propone di far passare il soggetto dall’identificazione anonima con il simile, offerta da un sintomo alla moda, all’estrazione della cifra particolare della propria differenza. La partecipazione al gruppo introduce una forma di legame con il simile attraverso cui ciascun membro del gruppo può trovare una prima forma di riconoscimento, per poi approdare alla propria particolarità soggettiva. Il gruppo ha come suo programma strategico, partire dalla logica della monosintomaticità del sintomo anoressico bulimico per ribaltarla. La funzione terapeutica del gruppo consiste nel viraggio del gruppo da aggregato di individui alienati in una massa omologante, al gruppo di lavoro, in cui ognuno si assume la propria responsabilità soggettiva, la propria etica personale. Nel caso dell'anoressia- bulimia, abbiamo un sintomo che è rinforzato e sostenuto dall'azione dei media che enfatizzano un uso dell'ideale tutto spostato sull'immagine e sulla padronanza del corpo, grazie al raggiungimento di una perfezione fittizia. Questa perfezione permette di cancellare la differenza sessuale come quella individuale. L'universalità di certi comportamenti, la possibilità di mimetizzarsi nella massa costituisce una falsa forma di rassicurazione, che poi restituisce un senso crescente di fragilità, di inautenticità, di insicurezza. Il piccolo gruppo monosintomatico attraverso il rispecchiamento delle partecipanti, l'una nell'altra, reintroduce le anoressiche nel circuito dello scambio con l'altro, proprio grazie al gioco con l'altro come simile, come specchio, successivamente, il lavoro di entrata e uscita dallo specchio mette in discussione il sintomo, fino a renderlo superfluo. Il punto chiave è che il gruppo promuove l'eterogeneo, reintroduce la diversità, permettendo, in un secondo tempo, di riconoscersi nella propria particolarità soggettiva.

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