PSICOTERAPIA PSICOANALITICA

La domanda

La psicoterapia ad orientamento psicoanalitico non si profila come un trattamento standard, ma tiene sempre conto delle differenze individuali.
Quando la psicoterapeuta accoglie qualcuno, sa quanto sia difficile chiedere aiuto, dunque agisce con sensibilità e fermezza, per favorire l’apertura nel rispetto delle resistenze che accompagnano il primo passo.
Nei primi colloqui è importante riuscire a mettere a fuoco la problematica, ricostruendo i legami con eventi e situazioni correlate. È determinante che la sofferenza emerga in maniera nitida, grazie alla guida della psicoterapeuta. Più si riesce a fare chiarezza in questa fase, più diventa possibile impostare un lavoro ritagliato su misura del soggetto.
Vedere sotto una luce nuova ciò che produce sofferenza, cogliere i collegamenti a cui non si aveva fatto caso, soffermarsi sulle questioni in maniera altra, ponendo in discussione l’ovvio, mette al lavoro l’inconscio, indirizzando verso l’elaborazione e l’integrazione di fatti presenti e passati.
L’alleanza terapeutica
La motivazione che porta il soggetto a iniziare una psicoterapia viene esaminata dall’inizio, perché da questo fattore dipende gran parte dell’efficacia del processo di cura. Non va confusa la motivazione, con l’aspettativa di trovare qualcuno che risolva il problema, è importante che il paziente si senta direttamente implicato nella costruzione del proprio destino, e che riconosca di avere una parte che concorre a mantenere e a ripetere i meccanismi che sostengono il disagio.
L’alleanza terapeutica si può stabilire solo se emerge un atteggiamento di responsabilità, per cui terapeuta e paziente sono entrambi al lavoro. La collaborazione che si viene così a creare costituisce la base dell’intero processo, in cui il paziente è il principale attore e il terapeuta la figura dietro le quinte: più il lavoro si intensifica, più il terapeuta diviene meno attivo e in posizione di ascolto, e il paziente è sempre più protagonista.
Sulla figura del terapeuta possono essere proiettati fantasmi del passato, diventando egli stesso oggetto di idealizzazioni o di pulsioni negative, ciò è fonte per la paziente di nuove conoscenze su meccanismi e vissuti rimossi.
Le libere associazioni
La paziente o il paziente sono invitati ad esprimere tutto quello che viene in mente cercando di limitare il più possibile quei filtri o giudizi che segnano la differenza tra ciò che si presenta alla mente e ciò viene condiviso con gli altri.
Quando parliamo, operiamo una selezione tra le possibili parole che ci permettono di trasmettere un messaggio coerente. Nonostante questo processo di selezione, si presentano sistematicamente nel nostro parlato, errori o lacune, come i lapsus, le dimenticanze, le ripetizioni. Questi errori che occorrono in una normale conversazione e che passano spesso inosservati, assumono molta importanza in un contesto analitico. Infatti tali errori sono considerati manifestazioni dell’inconscio, il contenuto in questo caso varca la barriera difensiva.
Accade qualcosa di simile con l’associazione libera. Il paziente, liberato dal terapeuta dai suoi stessi controlli e privo degli strumenti che possono dare un senso logico alle sue idee, si trova in una situazione ideale, è in grado di lasciarsi trasportare da tutto quello che fluisce in quell’abisso, in cui gli elementi dell’inconscio acquistano forza e si esprimono.
L’ascolto del corpo
Il corpo riveste un ruolo fondamentale nel percorso di cura.
In quanto parte concreta, visibile, percepibile da parte dell’altro, esposta al mondo, e contemporaneamente parte segreta, inconscia, di cui non sappiamo, che sfugge al nostro controllo, il corpo racconta di noi, molto prima delle nostre parole.
Il ruolo del corpo nella psicoanalisi e nella psicoterapia è assolutamente centrale.
La memoria implicita del corpo, infatti, conserva molto più a lungo della coscienza, la traccia di tutta la nostra esperienza.
Nelle sedute viene quindi dedicata molta attenzione ed ascolto alle sensazioni ed emozioni che si generano nel corpo.
Al paziente viene messa a disposizione la possibilità di esplorare tali sensazioni in diverse posture. Viene esaminata la postura in stazione eretta e quella in posizione supina, e le immagini che ne emergono risultano preziose per il processo terapeutico.

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